martedì 9 dicembre 2008

Tornano i No Tav. In 20 mila

Tornano i No Tav. In 20 mila
Un imponente corteo per dire ancora no all'Alta velocità della Torino-Lione
E Ferrentino denuncia: «Il governo non rispetta l'Osservatorio»
Orsola Casagrande

Più di 20 mila persone. Un corteo imponente per dire ancora una volta No al progetto della Torino-Lione. Una risposta che parla più di tanti discorsi, netta, chiara, con buona pace di chi in questi mesi ha sperato (e fatto illazioni) che il popolo NoTav fosse dopotutto stato addomesticato, si fosse rassegnato al destino del Tav e delle potenti lobby che lo sostengono. Ieri a Susa i valligiani hanno eliminato anche la più piccola illusione di quanti speravano che il movimento No-Tav avesse rinunciato alla sua battaglia. Un corteo denso, intenso, ricco. Come quelli a cui la Val Susa ci ha abituato. Colorato e chiassoso quanto basta: i valsusini sono gente pratica. Perché non rinuncia. Che si è aperto con lo striscione «I bambini di Bruzolo» e si è concluso davanti alla stazione ferroviaria di Susa, dov'era partito due ora prima. Chi sperava che il parziale abdicare dei sindaci avesse in qualche modo influenzato in negativo anche i cittadini si sbagliava. Ieri, come hanno sottolineato in molti, c'erano più di 20 mila persone a Susa, e senza sindaci. Del resto per oltre un mese i valsusini, e non solo loro, hanno animato e partecipato alle iniziative del Grande Cortile, manifestazione che ormai ogni anno precede le giornate attorno all'8 dicembre. Che è diventata un po' la data simbolo della lotta contro la Tav. Quella sola giornata, tre anni fa, in cui migliaia di persone «liberarono» i terreni di Venaus, dove già erano state piazzate le prime macchine e trivelle della Cmc. La stessa società cui sono stati commissionati in seguito i lavori al Dal Molin di Vicenza, dove gli americani vorrebbero costruire la loro nuova base militare. L'8 dicembre di tre anni fa i cittadini si ripresero quei terreni e da allora nessuna macchina è entrata in funzione. Ieri a Susa, a testimoniare la convergenza delle lotte, c'erano tra gli altri anche i vicentini del No-Dal Molin. E del resto una delle esperienze più interessanti e proficue uscite dalla lotta No-Tav è stata quella del patto di mutuo soccorso che unisce in tutta Italia quelle che ormai vengono definite battaglie per i beni comuni. Con il governo Berlusconi che vuole accelerare sia sul Tav che sulla base Usa a Vicenza, quest'inverno si preannuncia caldo anche sul fronte dei beni comuni a partire dalla difesa del proprio territorio. Ieri in Val Susa da registrare anche la presenza di tanti studenti dell'Onda. Sui manifestanti l'eco dell'annuncio fatto dall'Unione europea il giorno prima riguardo lo sblocco dei fondi destinati al progetto dell'alta velocità. «Una notizia molto positiva», l'ha definita la presidente della Regione Piemonte, Mercedes Bresso. Ovviamente non la pensa così il fronte degli oppositori alla Tav. Ieri Antonio Ferrentino, il presidente della comunità montana della bassa val di Susa, ha incontrato al Parlamento europeo il coordinatore europeo del progetto di collegamento TorinoLione Laurens Jan Brinkhorst. E, in conferenza stampa con la copresidente del gruppo dei verdi Monica Frassoni, ha denunciato che l'Osservatorio non è ancora venuto a conoscenza del contenuto del dossier presentato dal governo italiano e da quello francese alla Commissione Ue sulla sezione transfrontaliere. Ferrentino ha scritto al coordinatore europeo per contestare anche l'affermazione dei ministri dei trasporti italiano, Altero Matteoli, e del suo omologo francese, Jean-Luis Borloo, sul fatto che «non ci sono impatti significativi sui costi». Al contrario, ha spiegato Ferrentino, la Corte dei conti italiana ha indicato un aumento dei costi della tratta internazionale da 4,3 milioni di euro a circa 9,4 milioni. «Nell'ultimo incontro Matteoli ci ha ribadito che l'osservatorio rimane l'unico luogo di regia - ha aggiunto il presidente della comunità montana - ma mi domando che valore possa avere questa presa di posizione se il governo presenta un dossier e non passa per l'osservatorio», ha affermato Ferrentino, mentre secondo Frassoni è «totalmente insostenibile» che non sia possibile conoscere il contenuto della proposta prima che la Commissione Ue dia una prima valutazione. Valutazione che, secondo l'eurodeputata, dovrebbe arrivare in settimana.


Dal Manifesto del 7 dicembre 2008

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