giovedì 5 marzo 2009

No al nucleare: un’altra energia per un’altra società


Fabrizio Valli - Attac Italia


Dalle notizie stampa l’accordo siglato tra Berlusconi e Sarkozi, con il relativo accordo siglato tra ENEL e EDF, vuole essere un nuovo passo in avanti per il ritorno del nucleare in Italia: messa a disposizione del know how d’EDF, impegno tra ENEL e EDF a costituire una joint-venture paritetica responsabile dello sviluppo degli studi di fattibilità per la realizzazione di centrali di “terza Generazione con tecnologia Epr”. Una volta completate le attività di studio è prevista la costituzione di società ad hoc per la costruzione, proprietà e messa in esercizio di almeno 4 centrali in Italia
Bufala di IV generazioneNon è la prima volta che in Italia si parla di ritorno al nucleare: questo stesso governo aveva rilanciato la questione lo scorso anno, poco prima dello stillicidio d’incidenti che avevano colpito alcune centrali nucleari francesi.
Oggi parlano di reattori di IV generazione proprio per far intendere che è lontano il pericolo di incidenti. In realtà parlando di reattori di IV generazione, che dovrebbero essere “sicuri”, ma che non esistono (se ne prevede la realizzazione e commercializzazione non prima del 2030 – 2040), si vuole di fatto allungare il periodo di funzionamento dei reattori attualmente in commercio (II generazione), già protagonisti della serie d’incidenti che abbiamo visto in passato, e costruire nuove centrali con reattori cosiddetti di III^ generazione (reattori di seconda generazione con miglioramenti per evitare incidenti e sistemi di sicurezza passivi) che sono sostanzialmente una versione migliorata di quelli di II^ generazione.
I rischi del nucleare sono ampliamente noti, principalmente pericoli di fuoriuscita di materiale radioattivo e questione della gestione delle scorie, che sono pericolose per decine di migliaia d’anni. Problemi questi che non sono ancora stati superati.
Nucleare ed energie alternativeMa non è solo il governo Berlusconi e non solo in Italia si parla di rilancio del nucleare.
Recentemente il dibattito sul nucleare ha ripreso vigore. Prendendo spunto dai problemi creati dall’aumento del prezzo del petrolio e dalla necessità di ridurre i gas serra è avanzata in diversi paesi la richiesta di rilancio della costruzione di centrali nucleari.
Tale dibattito è viziato da un errore di fondo: il nucleare come soluzione ai problemi legati alle forme d’energia attuali. Ma questo è falso!
Il nucleare è usato quasi esclusivamente nella produzione d’energia elettrica, non è quindi un sostituto del petrolio. Anche le riserve d’uranio sono esauribili, secondo alcuni studi al livello di consumi attuale quest’esaurimento potrebbe avvenire tra 50 – 70 anni.
Il nucleare è estremamente costoso rispetto alle altre fonti d’energia.
Secondo l’agenzia Moody’s (maggio 2008) per realizzare una centrale da 1000MW bisogna spendere 4,6miliardi d’Euro, un recente progetto della Florida Light and Power di questa taglia costa 5,2 miliardi d’Euro.
Senza contare che i costi di realizzazione sono stati sempre sottodimensionati: Un analisi del DOE su 75 reattori statunitensi ha rilevato che la spesa effettiva è stata il triplo del previsto. Il reattore di III^ generazione ERP in costruzione ad Olkiuoto in Finlandia registra già due anni di ritardo ed un costo salito da 3,2 miliardi di E a 4 miliardi di E. Considerando inoltre che la costruzione di nuove centrali nucleari farebbe enormemente aumentare il costo delle materie prime necessarie, già ora in rapida ascesa.
Non è un caso che negli stati uniti, dove il mercato è stato liberalizzato, da 30 anni non si costruiscano nuove centrali, nonostante i forti incentivi introdotti nel 2005.
Il nucleare non è neanche una risposta ai problemi dell’effetto serra. Se l’impatto di una centrale è basso non così quello del ciclo complessivo ( 60 – 130 gCO2eq/KWh) attualmente pari ad 1/5 di quello delle centrali a ciclo combinato ma che, con la necessità di estrarre uranio da minerali sempre più poveri di tal elemento, potrebbero superare le emissioni di queste ultime.
Perchè questa corsa al nucleare?A questo punto resta da domandarsi come mai questa corsa al nucleare. Vi è certamente da considerare che l’industria nucleare ha compiuto enormi investimenti nella progettazione e adesso vuole conseguirne gli sperati profitti.
Il nucleare, a differenza del solare, garantisce il mantenimento di un sistema energetico centralizzato con filiere ad alta densità di capitale fisso, questo crea situazioni di monopolio per le industrie del settore che permette loro appropriarsi di una parte del plusvalore globale, ricavandovi sovrapprofitti.
Senza voler suggerire un legame generale rigido ed univoco tra capitalismo ed energia nucleare, vi sono anche altri aspetti più generali da considerare: il nucleare civile ed il nucleare militare sono strettamente connessi. Uno dei motivi principali per cui la Francia si era lanciata nella costruzione del suo vasto parco di centrali nucleari era la volontà di possedere un arsenale atomico indipendente. Ma vi è anche da notare che il nucleare, a differenza del solare, garantisce il mantenimento di un sistema energetico centralizzato generatore di rendita e rappresenta il sogno del potere economico di una fonte energetica inesauribile che permetterebbe una crescita continua dell’offerta e del consumo di merci. Da questo punto di vista il nucleare non è che l’ultimo estremo desiderio di trovare una fonte di energia che garantisse di perpetuare i vantaggi che garantiva il “regime fossile” molto appropriato al modo di produzione attuale: energie che possono essere usate senza restrizioni geografiche, permettendo una localizzazione degli impianti per il loro consumo orientata agli aspetti di rendimento piuttosto che alle condizioni naturali, che non dipendono dal tempo e permettono processi di concentrazione degli impianti.

Anche per questo il nucleare – nonostante sia una fonte estremamente pericolosa, estremamente costosa e non risolutiva dei problemi energetici – non è ancora sparito dal novero delle opzioni, sebbene la sua estrema onerosità abbia di fatto imposto uno stop alla costruzione di nuove centrali.
Sistema energetico e modo di produzioneE’ necessario che un nuovo movimento antinucleare si saldi alle lotte contro le altre filiere energetiche inquinanti e pericolose per le persone e per l’ambiente, unendosi ai molteplici comitati di cittadine e cittadini che si battono sui territori contro centrali, rigassificatori, inceneritori, battendosi per nuove filiere energetiche.

Più di fondo la crisi ambientale in corso rende necessario che il “No” al nucleare sia un “Sì” ad una società delle energie rinnovabili (quelle vere!), più democratica ed eguale: il sistema energetico di una data società non è altro che il suo modo di produzione visto da questo lato.
E’ necessaria una riappropriazione sociale delle risorse energetiche e delle conoscenze connesse, si pone qui la questione della proprietà di tali risorse e di una pianificazione democratica da parte della collettività totalmente sottratta alla logica del profitto e orientata alla difesa dell’ambiente e della salute. Ma questa questione ne sottende una più generale di profonde modifiche in settori centrali della nostra società, sopprimendo settori di produzione energivori e/o inquinanti inutili o nocivi per i bisogni sociali. Una radicale trasformazione oltre che del settore della produzione d’energia, dei settori dei trasporti e agricolo, nell’organizzazione della produzione, del territorio e delle città.

Un’ altra società rispetto a quella della rendita e del profitto che ci ha portato crisi economica ed ambientale e che si culla nei suoi sogni nucleari, sogni per pochi incubi per molti.

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