martedì 29 dicembre 2009

La polizia egiziana sequestra i pullman dei pacifisti italiani


Chiesto l'intervento del ministro Frattini. Il governo del Cairo intanto continua la politica di blocco della Gaza Freedom March. Anche il Convoglio britannico costretto a restare fermo. Oggi presidi a Roma e in altre città italiane


"Sequestrati dalla polizia egiziana gli autobus dei pacifisti italiani al Cairo per impedire loro di passare il valico di Rafah e partecipare alla 'Fredom March' a Gaza, per portare solidarietà e aiuti umanitari alla popolazione di Gaza. I nostri connazionali al momento sono riusciti a raggiungere l'ambasciata italiana. E' quanto afferma una nota del Pdci redatta dal suo responsabile esteri Francesco Francescaglia.
«La situazione è molto tesa e grave. Consideriamo questo atteggiamento lesivo del diritto inalienabile dei partecipanti di raggiungere Gaza. Chiediamo l'intervento del Ministro Frattini e del sottosegretario agli Esteri Stefania Craxi affinchè il governo egiziano, che con l'Italia ha da anni amichevoli rapporti, consenta il passaggio dei manifestanti senza frapporre ostacoli all'ingresso dei nostri connazionali dal valico».

Le iniziative in Italia
A Roma inizia oggi una due giorni di iniziative con presidio dalle 11 alle 13,30 davanti all'ufficio del turismo egiziano, in via Bissolati mentre il 29 dicembre in via Ostiense alle ore 18 ci sarà una iniziativa e un collegamento telefonico con la delegazione italiana della Gaza Freedom March. Il 31 dalla mattina Radio Città Aperta si metterà in collegamento con la manifestazione a Gaza. Sempre oggi, la comunità palestinese della Lombardia invita tutti a partecipare ad una serata dedicata alla commemorazione delle vittime di Gaza presso la Camera del Lavoro di Milano. A Bologna, mercoledì 30 dicembre alle ore 17 presidio davanti al supermercato Pam di via Riva Reno, via Marconi e a Nettuno, dalle 10.00 alle 18.00 all’interno della stazione, Giornata di solidarietà con il popolo palestinese.


Gaza ricorda l'inizio della sanguinosa invasione israeliana. Al Cairo il governo blocca i pacifisti negli alberghi

Nel primo anniversario della Operazione Piombo Fuso le sirene sono risuonate a Gaza alle ore 11.25 locali, nel momento preciso in cui aveva inizio l'attacco della aviazione militare israeliana.

Su richiesta dei dirigenti di Hamas, che governano la striscia di Gaza, gli abitanti hanno osservato un minuto di raccoglimento e hanno così ricordato le circa 1.400 vittime (1.200, secondo le stime israeliane) registrate nel corso dell'invasione. I nomi di ogni ucciso sono stati esposti nella piazza antistante il parlamento. Negli interventi pubblici i dirigenti di Hamas hanno sostenuto a più riprese che Israele non è riuscito a conseguire gli obiettivi che si era prefisso alla vigilia della operazione, seguita ai lanci di razzi da Gaza verso il Neghev. «La striscia di Gaza - ha rilevato il capo dell'esecutivo di Hamas, Ismail Haniyeh, è ancora forte, Israele non è riuscito a sconfiggerci». Mentre gli abitanti della Striscia sono ancora impegnati nella ricostruzione degli edifici distrutti o danneggiati la leadership di Gaza conduce ancora trattative indirette con Israele per uno scambio di prigionieri che, se realizzato, rappresenterebbe il maggiore successo politico per Hamas negli ultimi due anni. «Ancora un accordo non c'è e non so se ci sarà » ha detto oggi a Gerusalemme il premier israeliano Benyamin Netanyahu, mentre a Damasco Hamas prosegue le consultazioni sullo scambio fra Ghilad Shalit - il caporale israeliano prigioniero dal 2006 - e centinaia di palestinesi detenuti in Israele per aver partecipato ad attentati.
Intanto, nel pomeriggio di domenica, le forze di sicurezza egiziane hanno trattenuto un gruppo di 30 attivisti nei loro hotel di el Arish mentre si stavano preparando a partire per Gaza, mettendoli agli arresti domiciliari. I delegati – tutti partecipanti della Gaza Freedom March, composta da 1.300 persone – erano cittadini spagnoli, francesi, inglesi, statunitensi e giapponesi. Le forze di sicurezza egiziane hanno poi finalmente ceduto, permettendo alla maggior parte dei manifestanti di lasciare gli alberghi, ma senza consentire loro di lasciare la città. Quando due giovani delegati – un francese e una donna giapponese – hanno tentato di lasciare el Arish, le autorità egiziane hanno fermato i loro taxi facendogli scaricare i bagagli.Un altro gruppo composto da otto persone, di cui facevano parte statunitensi, inglesi, spagnoli, giapponesi e greci, sono stati trattenuti invece alla stazione dei pullman di el Arish nel pomeriggio del 27 dicembre. Alle 15.30 circa non erano ancora stati rilasciati.
Contemporaneamente, la polizia egiziana ha interrotto la commemorazione dell’invasione israeliana “Piombo Fuso” di Gaza organizzata dai partecipanti alla Gaza Freedom March presso il ponte di Kasr al Nil, uno dei principali collegamenti tra la Zamalek Island, al centro del fiume Nilo, e la città del Cairo. I partecipanti alla Gaza Freedom March stanno continuando a sollecitare il governo egiziano perché consenta loro di raggiungere Gaza. I manifestanti si sono recati presso la Lega Araba, chiedendo supporto, presso diverse ambasciate straniere e il Palazzo Presidenziale, per portare un appello rivolto al presidente Mubarak. Hanno inoltre rivolto un appello a tutti i loro sostenitori nel mondo perché contattassero le ambasciate egiziane sollecitandole a lasciare liberi i manifestanti, consentendo loro di arrivare a Gaza.

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