martedì 2 marzo 2010

Lo sciopero c'è: migliaia in piazza in tutta Italia



Diecimila in corteo a Brescia, ventimila a Napoli, diecimila a Bologna e Genova, ma anche a Torino e poi Roma, Verona, Livorno Milano. Una giornata riuscita tra boicottaggi e scetticismo. La cronaca realizzata con i "corrispondenti" del Megafono

I dati sono arrivati un po' alla volta, uniformi e chiari da tutta Italia. La "giornata senza di noi", il primo sciopero dei lavoratori e delle lavoratrici migranti è stata un successo. Cortei, manifestazioni, azioni simboliche si sono svolte praticamente dappertutto. E migliaia e migliaia di migranti sono scesi in piazza ma, soprattutto, hanno realmente scioperato. In particolare nel Nord, nell'area compresa tra Brescia, Milano e il Nordest ma interessante è stato anche lo sciopero di Porta Palazzo a Torino, dove la stragrande maggioranza dei banchi gestiti dagli immigrati è rimasto chiuso. Si è avuto un sussulto, quindi, una risposta coordinata e, per la prima volta, non solo emotiva o "democratica" ma sociale e in grado di mettere in risalto la reale natura del lavoro migrante. Lavoro sottopagato, sfruttato, eppure così importante e utilizzato a piene mani da padroni e padroncini. Che si sia trattato di un successo lo dimostra l'adesione dell'ultimo momento del Pd con l'ex segretario Franceschini che si è affacciato alla manifestazione romana. E addirittura Renata Polverini, candidata per la destra alla presidenza del Lazio ha sentito il bisogno di solidarizzare con lo sciopero. Ci sarà il tempo per fare il conto reale delle iniziative e tirare un bilancio più completo. Ma ci sembra già chiaro che il 1 marzo 2010, nonostante le reticenze, le diserzioni - evidente l'assenza di gran parte della sinistra istituzionale tutta presa con la partita elettorale - alcuni veri e propri boicottaggi segnerà la qualità e le dinamiche del movimento dei-delle migranti in Italia.
La cronaca della giornata«Scioperi in oltre 50 aziende, di cui la metà metalmeccaniche, in decine di cooperative di servizi, in tutti gli istituti professionali frequentati da studenti migranti di seconda generazione e negli uffici pubblici in cui lavoratori e lavoratrici italiani antirazzisti si sono astenuti dal lavoro». Questo il 1°marzo a Brescia secondo il Comitato Primo Marzo che ha promosso la giornata in città. Un corteo di 10 mila persone in grandissima maggioranza di migranti ha sfilato per le vie del centro storico. Lavoratori, studenti e famiglie migranti hanno parlato della loro condizione sociale e delle discriminazioni che sono costretti a subire. Crisi e razzismo : le due parole che hanno continuamente attraversato il corteo. «Oggi a Brescia - recita il comunicato del Comitato - in piazza della Loggia, come nella manifestazione di varie migliaia di migranti del 6 febbraio, c’era la consapevolezza che l’attacco ai diritti e alla libertà di circolazione dei migranti riguarda tutti. Nativi e migranti».In ventimila, secondo gli organizzatori, le presenze stimate al corteo antirazzista di Napoli. Il corteo, partito da piazza Garibaldi, ha raggiunto piazza del Plebiscito dove, per l'intero pomeriggio si sono svolte esibizioni di musicisti e attori. Presenti tutte le comunità presenti sul territorio campano, dal Burkina Faso al Ghana, dalla Nigeria al Marocco, dal Bangladesh al Senegal.In migliaia in piazza anche a Torino con una forte presenza migrante, la maggioranza visibile del corteo con donne e bambini. Il fatto politico più rilevante è stato lo sciopero che si è verificato al grande mercato di Porta Palazzo. L'80% dei venditori di frutta e verdura e il 60% degli ambulanti di abbigliamento non hanno aperto i loro banchi aderendo così allo sciopero. «Un fatto di grande rilievo che dà il segno alla giornata» ci dice con molta soddisfazione Franco Turigliatto, portavoce di Sinistra Critica, praticamente la sola organizzazione politica in piazza. La manifestazione, pacifica e tranquilla, è stata però messa in tensione dalla polizia ferroviaria che ha arrestato uno dei manifestanti, alla stazione, trovandolo senza permesso di soggiorno e preparandogli il foglio di via. Finita la manifestazione si è così fermato un presidio in prefettura per chiedere la liberazione del fermato.A Genova, invece, il sindacato ci ha messo le bandiere ma non ha indetto lo sciopero. Solo due Rsu, Selex (gruppo Finmeccanica) e Brignole (assistenza agli anziani) hanno dato segnali. Così s’è dovuto aspettare che tutti tornassero dal lavoro per muoversi appresso a un corteo che però, così grande, Genova non lo vedeva da un pezzo. Diecimila in strada ma non chiamatelo (ancora) sciopero. E’ cominciata con le lezioni del mattino che il comitato promotore (80 sigle da Sinistra Critica a Sant’Egidio) ha tenuto in scuole elementari e medie ad alta contaminazione a Ponente e nel centro storico per spiegare il ruolo degli stranieri e l’orrore del razzismo. E’ andata avanti con alcuni sociologi dell’università che hanno spiegato il razzismo istituzionale in una lezione all’aperto alla Commenda, crocevia tra levante e ponente ai bordi dei carrugi. Centinaia le maschere bianche seminate lungo il corteo e identiche a quella ritrovata sulla «montagnola di merda» trovata qualche ora prima di fronte a una sede della Lega. Ci sarà un collegamento? Parrebbe una firma. Duglas, edile 28 anni, con i suoi hermanitos Netas, dice al cronista che lo sciopero migrante è proprio una bella idea, ma lui ha lavorato su una delle tante facciate dei palazzi genovesi. Le proposte genovesi per la piattaforma nazionale sono l’abolizione dei Cie e della Bossi-Fini, la riduzione dei costi dei permessi e poterli rinnovare in comune anziché in questura, lo ius solis e il permesso di soggiorno a chi denuncia il lavoro nero.A Verona, diverse centinaia, in grande maggioranza migranti, hanno preso parte alla manifestazione di questo pomeriggio nella centrale piazza Brà. Promossa dal Coordinamento Migranti e fortemente appoggiata dalle forze politiche e sociali della sinistra cittadina (Attac, Sinistra Critica, Circolo Pink, collettivo La Chimica), si può dire che quella di oggi sia stata una prima fondamentale prova per proseguire nella mobilitazione per i diritti dei migranti e di tutti i lavoratori, contro la crisi ed il razzismo.Si è registrata anche qualche ora di sciopero effettivo in alcune aziende, dove è presente la Fiom Cgil.In 10 mila, secondo gli organizzatori, hanno partecipato allo sciopero dei migranti a Bologna. Tra di loro anche operati della Ducati e della Bonfiglioli, ma la mobilitazione si è estesa anche ad altre aziende della zona. La manifestazione è iniziata alle 15 con un presidio molto affollato in piazza Nettuno. Poi alle 17.30 è partito il corteo che si è prima fermato davanti alla prefettura e ha poi percorso le vie del centro storico per concludersi da dove era partito. È stata una protesta colorata e allegra, scandita dalla musica e dai diversi accenti degli interventi al microfono. Molti i cartelli e gli slogan contro la legge Bossi-Fini e il pacchetto sicurezza: «Abbiamo sempre sognato una giornata così, oggi possiamo essere felici», ha esultato la portavoce, Cecile Kyenge Keshetu. In corteo anche le bandiere di sindacati, partiti e degli studenti medi e dell'Onda, oltre a comitati e associazioni attivi nel mondo dell'immigrazione provenienti da tutta la regione. A chiudere la sfilata è stata la musica della Banda Roncati, mentre in testa ha svettato per tutto il tempo una bandiera anarchica.A Liivorno diverse centinaia di persone, all'80% migranti, hanno partecipato alla manifestazione. Il soggetto che si è mosso nell'iniziale indifferenza e solitudine per costruire la giornata è stato il comitato per il diritto al lavoro (struttura di precari , lavoratori, cassantigrati). Dopo una buona assemblea dei migranti (per la situazione di livorno) sabato, stamattina incontro con sindaco, prefetto e questore e poi il presidio-manifestazione. Presenti SdL, Unicobas, movimento antagonista livornese, Fai, Sinistra Critica, Unione Inquilini, Rifondazione, Verdi livornesi (contro l'accordo con Rossi). Da sottolineare la completa assenza di Cgil e Arci.A Roma, il corteo si è mosso intorno alle 18 con in testa gli immigrati di Rosarno che dopo la caccia all'uomo subita in Calabria si sono rifugiati nella capitale. Dietro il camion della rete romana antirazzista - formata dai centri sociali romani, Sinistra Critica e Prc - hanno partecipato 5.000 persone. Partecipazione soprattutto spontanea, con piccoli gruppi organizzati di migranti, studenti, associazioni. Durante il corteo è giunta dal Pigneto la notizia di un nuovo raid dei Carabinieri contro i senegalesi residenti a via Campobasso, esattamente come successo lo scorso 5 ottobre. I residenti del palazzo di via Campobasso sono entrati infatti nel mirino delle forze dell'ordine per la forte pressione dei proprietari del palazzo che vorrebbero sfrattarli per affittare a ben altri prezzi gli appartamenti dove da ventanni risiedono i senegalesi. Otto di loro sono stati trattenuti, ma dopo la minaccia del corteo di spostarsi in massa sotto il commissariato, sono stati rilasciati pur con denuncia per contraffazione.Successo anche per la mobilitazione di stamattina a Milano. Il corteo ha visto infatti oltre 2000 persone con molti migranti, molti di più di quanti se ne aspettavamo i promotori. Tra i quali vanno notati l'Sdl, la Fiom, il Coordinamento anticrisi, fabbriche in lotta come la Maflow, e poi Sinistra critica e altri ancora.Nel pomeriggio il Coordinamento per lo sciopero migrante ha emesso un primo comunicato per fare il punto sullo sciopero vero e proprio: "Da quanto sappiamo, fino a ora, oggi primo marzo 2010, l’impossibilesciopero ha coinvolto oltre 50 aziende a Brescia, 4 a Bologna, 10 a Reggio Emilia, 7 a Parma, 3 a Suzzara nel basso mantonvano. Si tratta di fabbriche metalmeccaniche, cantieri edili, cooperative di servizi. Non ci sono solo numeri importanti, ma anche presenze rilevanti. Nei prossimi giorni aggiorneremo questo elenco, perché giungono notizie di fermate spontanee e di altri scioperi. Sarà necessario di analizzare con attenzione la composizione di questo sciopero, rendendo pubblici i nomi di tutte le aziende coinvolte. E non possiamo dimenticare le centinaia di migranti che individualmente stanno godendo della loro libertà di sciopero, anche se la loro Rsu non c’è o non ha dichiarato lo sciopero.Intanto in mattinata, a Roma, gli studenti dei Colletivi e di Ateneinrivolta hanno realizzato un "blitz" al Ministero dell'Istruzione «per denunciare il "divieto d'accesso" che questo governo impone a studenti e studentesse stranieri (o nati in italia ma figli di migranti) alle scuole primarie, secondarie e all'istruzione superiore».Oggetto della contestazione «il vergognoso decreto che impone un tetto del 30% di ragazzi stranieri negli istituti scolastici» e con esso «la follia razzista delle classi differenziali nelle scuole primarie». L'iniziativa di protesta si è svolta con un enorme Divieto di Accesso - eccetto per bianchi/ricchi/italiani - a simboleggiare il divieto che il governo vuole imporre ai ragazzi migranti.
La mappa delle iniziative

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