mercoledì 14 aprile 2010

«Il sindacato è in crisi, serve vera autonomia»


Intervista al segretario nazionale della Fiom, Gianni Rinaldini che apre oggi a Montesilvano il congresso dei metalmeccanici: «La sinistra deve riflettere su decenni in cui non ha proposto nulla di alternativo al liberismo»


Salvatore Cannavò
(da Il Fatto quotidiano)
«Il sindacato è in crisi perché la nostra gente sta male e quindi il sindacato non può stare bene. Non possiamo cavarcela con palliativi o beandoci dell'aumento degli iscritti. Ricostruire sarà impegnativo e per lo meno dobbiamo partire dall'autonomia della Cgil e dalla centralità della democrazia». Gianni Rinaldini sta finendo di preparare la sua relazione al congresso nazionale della Fiom che inizia oggi a Montesilvano. E' segretario dei metalmeccanici da otto anni e - entro l'estate, precisa - lascerà l'incarico per limiti statutari. In questi anni ha combattuto, con la Fiom, una battaglia difficile, controcorrente, anche in Cgil al cui congresso ha partecipato con la mozione alternativa "La Cgil che vogliamo" che ha ottenuto il 17%.«Con le due mozioni abbiamo cercato di aprire un dibattito reale sul futuro di questa organizzazione nel momento di una grave crisi economica e sociale e in presenza di un accordo separato sul modello contrattuale che non ha precedenti nella storia repubblicana. La discussione però è stata solo parziale».

Giudizio negativo, dunque, sul dibattito congressuale e sul suo esito?
In realtà è prevalsa la tentazione di negare le differenze e di favorire una rappresentazione basata sullo scontro tra gruppi dirigenti. Certamente per noi non è stato positivo perdere la maggioranza nella Funzione pubblica e nella Fisac (ma non in Fiom, ndr) anche se va detto che sulla massa degli attivi, senza i pensionati, la mozione 2 ha il 24% dei consensi. C'è un grande problema di democrazia che emerge da questo congresso dove noi non abbiamo potuto presentare la nostra piattaforma in circa la metà dei congressi di base.

Ma com'è la Cgil che ha in mente Rinaldini e la Fiom?
Il punto di partenza è che la Cgil si deve riappropriare di autonomia negoziale e rivendicativa. Le compatibilità sono quelle decise dal sindacato non dalle controparti. La Cgil, invece, sembra propendere a una riduzione del danno quando invece l'attacco che colpisce i lavoratori è profondo e devastante.

Ma da dove arriva l'attacco, qual è l'insidia maggiore?
Innanzitutto la condizione di crisi che è tutt'altro che superata, e il governo la usa per allargare la precarietà e ridurre le tutele, vedi articolo 18. In queste condizioni l'autonomia è condizione imprescindibile per un progetto di riunificazione del lavoro a partire dalla lotta alla precarietà che è stata la prima vittima della crisi, come dimostrano le migliaia di contratti non rinnovati alla Fiat. Poi occorre rilanciare su politica industriale, raddoppio ed estensione degli ammortizzatori sociali e una politica fiscale che riduca le tasse al lavoro dipendente e le aumenti alla rendita. L'idea di Tremonti di tassare i consumi e non le persone è una trappola.

Ma come la metti con il clima sociale e politico. E' vero che gli iscritti Fiom votano Lega?
La questione va capovolta. Bisogna chiedersi invece perché un operaio che si iscrive alla Fiom poi non vota. E dunque bisognerebbe riflettere sull'isolamento del lavoro, la diffidenza rispetto alla politica quel refrain che dice "tanto sono tutti uguali". La sinistra, dal canto suo, deve riflettere su decenni in cui non ha proposto nulla di alternativo al liberismo. Per questo credo che bisogna tornare a interessarsi dei lavoratori, alla loro vita reale. Si fanno accordi e non si chiede il loro parere. C'è una torsione autoritaria che favorisce costituzionale. Per questo noi poniamo l'accento sulla democrazia e lanciamo una Legge di iniziativa popolare per la validazione degli accordi mediante referendum.

Con questo congresso cambia qualcosa nel rapporto di contestazione o di pungolo che la Fiom ha svolto nei confronti della Cgil?
Noi abbiamo mantenuto una dialettica con la Confederazione specialmente negli anni di governo del centrosinistra. Non abbiamo intenzione di rientrare o di modificare la nostra impostazione.

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