lunedì 10 maggio 2010

Dalla Grecia all'Europa


Con il varo del piano di salvataggio europeo si annunciano maxi-stangate in tutta la Ue. A Spagna e Portogallo già vengono richieste correzioni di bilancio molto pesanti. E presto l'austerity si estenderà all'Italia. Sinistra Critica fa appello alla sinistra politica, sociale e sindacale per una mobilitazione unitaria


La crisi greca si sta traducendo, dopo l'approvazione del piano di risanamento del governo socialista di Papandreu, in un attacco senza precedenti alle condizioni dei lavoratori e delle lavoratrici di quel paese. Riduzione dei salari, dei diritti, delle pensioni, tagli al pubblico impiego e ai servizi sociali, aumento indiscriminato delle tariffe, senza nessun intervento sui profitti e sulle rendite, costituiscono l'unica ipotesi messa in campo per arginare il buco dei conti pubblici alimentato da corruzione, parassitismo e corsa al profitto.
Contro questa ricetta sindacati e lavoratori hanno iniziato una risposta cui vogliamo dare il nostro pieno sostegno come abbiamo già fatto con l'appello firmato da circa quaranta organizzazioni della Sinistra anticapitalista europea tra cui Sinistra Critica.
Ma i piani di austerity stanno per abbattersi sull'intera Europa e non solo sulla Grecia. Gli accordi siglati la scorsa notte per costituire un Fondo europeo di garanzia da 600 miliardi di euro significano semplicemente che ciascun bilancio nazionale sarà d'ora in poi monitorato e scandagliato dai tecnocrati europei i quali detteranno le prossime manovre finanziarie ai governi in nome del rigore monetario. E' quanto sta per avvenire con la Spagna e il Portogallo ed è quanto avverrà anche in Italia dove si parla già di una manovra correttiva di 25 miliardi di euro, di allungamento ulteriore dell'età pensionistica, di tagli alla spesa sociale e così via. E dove la crisi viene fatta pagare anche sotto forma di riduzione dei diritti come dimostra l'ipotesi di cancellare lo Statuto dei lavoratori o il Collegato lavoro discusso in Parlamento senza una vera opposizione.
Anche il ritorno in auge di prospettive di "unità nazionale" e di governi "di salute pubblica" sta a indicare la possibilità di un nuovo massacro sociale che colpirà i soliti noti.
Pensiamo che contro le ricadute sociali della crisi sia indispensabile mobilitarsi e non farsi trovare impreparati. Le conclusioni del congresso Cgil non aiutano in questa direzione. Le forze politiche, sociali, sindacali che non vogliono abbandonare una visione di classe e un'intransingente difesa dei diritti, delle condizioni e delle prospettive di lavoratori, lavoratrici, giovani, precari e precarie devono e possono trovare una convergenza unitaria per organizzare la più ampia mobilitazione.
Per questo facciamo appello a tali forze per realizzare in tempi rapidi un incontro nazionale per costituire, nel rispetto delle diverse autonomie e dei diversi ruoli, una iniziativa realmente unitaria, efficace, fuori dal coro dell'unanimità liberista - che caratterizza anche il Pd e il centrosinistra - e in grado di dire che le nostre vite valgono più dei loro profitti.
Esecutivo nazionale di Sinistra Critica

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