venerdì 20 maggio 2011

"Spanish revolution"


Il primo effetto di piazza Tahrir in Europa avviene in Spagna. Gli "indignados" occupano il centro di Madrid al grido di "La rivoluzione è possibile". E sperimentano i "campi base"


Carlos Sevilla
Viento Sur
Non è bastata la pioggia, caduta insistente durante la notte, né il divieto di assembramento imposto dalla giunta elettorale provinciale di Madrid, Granada e Siviglia a fermare i giovani indignados del movimento pacifico "Democracia real ya" (Democrazia reale ora). Alla quinta giornata di mobilitazione, a 72 ore dalle elezioni amministrative di domenica 22 maggio, in alcune centinaia continuano ad occupare Puerta del Sol, al km zero di Madrid, il simbolo della protesta, e sit-in sono in corso in alcune piazze di Barcellona, Granada e Siviglia. Le decisione, nell'accampamento di Sol, vengono prese per mezzo di assemblee partecipative, durante il giorno. Ci sono sette commissioni, ognuna incaricata di coprire una necessità o un servizio: commissioni di alimentazione, di comunicazione, di pulizia, di infrastruttura, di estensione, legale e di coordinamento interno; ma anche zone di infermeria, la lista degli oggetti perduti e quella dei prodotti di prima necessità. È soprendente la solidarietà mostrata dagli abitanti della centrale piazza della capitale, che assistono i manifestanti con viveri e acqua. In un'assemblea celebrata oggi, nella quinta giornata della protesta, i manifestanti hanno preparato una bozza di rivendicazioni, articolata su 24 punti, che dovrà essere discussa in una nuova convocazione, fissata alle 18 di oggi. Le richieste vanno dalle liste aperte, alla circoscrizione unica, al numero di scranni proporzionali a quello di voti. (Ansa)

Errore di sistema: "Spanish revolution"
di Carlos Sevilla
Puerta del Sol a Madrid, Plaza del Carmen a Granada, Obradoiro a Santiago, Plaza del Ayuntamiento a Siviglia. Lo spettro delle rivolte arabe "incanta" le piazze della penisola. Nel contesto anodino di una campagna elettoral che molto probabilmente manderà al destra al potere in buona parte dei municipi e delle regioni autonome dalla porta posteriore è sbucato un nuovo movimento sociale che si oppone ai sondaggi elettorali e bipartisan propone la partecipazione diretta in forma di auto-organizzazione, la socialità e il desiderio di vivere insieme contro l'individualismo competitivo e una serie di rivendicazioni che vanno al cuore della crisi.

Le proteste 15-M hanno creato una dinamica ascendente di mobilitazione in cui insieme ai settori giovanili dell'università, agli "indignados" e agli organizzati in "Giovani senza un futuro", cominciano a unirsi alla protesta altri settori che precedentemente avevano smobilitato, grazie a una "politica comunicativa che deve molto alla proliferazione rizomatica delle rete sociali. L'accampamento a Puerta del Sol, al di là della riappropriazione degli spazi pubblici che sembravano riservati al traffico, al cemento e al commercio, è un evento comunicativo che si è diffuso alla velocità della luce in altri luoghi della penisola e che acquista il rilievo delle proteste europee contro i piani di aggiustamento strutturale.

Il discorso che nasce dalla protesta comincia ad essere chiarito. Balbetta per generare una propria grammatica. Non si tratta di sottolinearne debolezze o limiti quanto di avvertire della potenza egemonica che, per tutta una generazione, hanno indicazioni semplici ed efficaci, riassumibili in slogan come "casa, concerti, pensioni, democrazia reale". Questi slogan condensano un intero programma di lungo termine di resistenza sociale, contro la dittatura dei mercati intorno a un nuovo soggetto sociale.

Ampliare la portata della mobilitazione richiederà più di una buona politica di comunicazione. La sbornia elettorale porrà le basi per allargare le alleanze. Perché lo spettro si estenda occorrono "campi base"come punti di incontro della politica di movimento ma in grado di andare oltre l'evento. Dalla qualità dei "campi base" dipende l'ascesa al vertice di percorsi ancora da mappare. Non c'è un manuale di istruzioni. Il passato non illumina il futuro. Dobbiamo cogliere l'attimo.
Errore di sistema, Esc?

Carlos Sevilla Alonso membro della redazione VIENTO SUR

1 commento:

ISABELLA ha detto...

Cari compagni,

Sono Spagnola, già Erasmus in Italia, e faccio parte degli indignados che ci sono a Piazza del Sol, di Madrid a fare questa primavera spagnola. E' un momento gioioso, festivo,da cellebrazione, spontaneità, anche per la speranza. Piazza del Sol è già una metafora per noi di una nuova alba che verrà per una democrazia REALE ora. Vi ringraziamo di cuore il vosotro appoggio e vi preghiamo di appoggiare le distinte manifestazioni nella città italiana a questo movimento cittadino.
Soltanto precissare alcuni punti:
*Si parangona la rivoluzione spagnola con l'Egitto. Una minima parte sí, però nelle nostre rievindicazioni non c'entrano niente le lotte contro la tirannide di Hosni Mubarak con Zapatero, leader di una Spagna che ha democrazia dall'anno 1976.
*Le nostre ispirazioni provengono più dall'Europa: La modella idonea è la Rivoluzione Silenziosa dei cittadini dell'Islandia contra politici e banchieri, poi il libro di bandiera, INDIGNEZ VOUS di Stephane Hessel, anche c'è una menzione all'eredità del Maggio 68 e i suoi manifesti.
*Per ultimo leggo spesso nei mass media italiani che questa rivoluzione è contro Zapatero. Sebbene si critica la sua politica neoliberalista, nella sua maggioranza non è vero: E' anche contra tutti i politici siano del PP quanto il PSOE, in entrambi partiti si candidano corrotti processati dalla Giustizia. A Valencia abbiamo l'alterego di Berlusconi, Francisco Camps.

Grazie compagni e aspetto che questa lotta continui e possa raggiungere anche l'Europa.
Saluti cordiali, Isabella