mercoledì 3 ottobre 2012

Mozione Congresso di Sinistra Critica Torino,sulle politiche del Comune di Torino

Da molti anni la città è governata da giunte di centrosinistra che si sono caratterizzate per una forte subalternità ai poteri forti della città (dalla Fiat alla banca San Paolo) accettandone e gestendone le scelte dentro in un quadro di politiche liberiste che hanno determinano un progressivo declino industriale, una riduzione dei servizi, un contesto di precarietà del lavoro sempre più ampio, un massiccio ricorso alla cassa integrazione, un senso sempre più largo di insicurezza in ampi settori della popolazione: le misure economiche degli ultimi anni, prima del governo Berlusconi e poi del governo Monti, quest’ultime fortemente sostenute dai maggiori partiti che compongono anche la maggioranza in comune, stanno esasperando a dismisura questa situazione di crisi e di degrado delle condizioni di vita della classe lavoratrice e della altre classi subalterne.




La gestione politica del comune dipende sostanzialmente da un PD liberal migliorista, una forza che della sua vecchia tradizione ha tenuto l'impianto stalinista del partito che si fa Stato e che usa questa posizione per consolidare il controllo del territorio. Controllo che si garantisce attraverso la sua leva storica che è la lega delle cooperative, a cui recentemente sono state aggiunte le fondazioni che inghiottono pezzi di welfare solo formalmente rimasto pubblico (vedi i musei e il post olimpico), il cosiddetto privato sociale (il Terzo settore) e la Fondazione Sanpaolo (fra l'altro azionista di Cassa Depositi e prestiti).



Grazie a questo impianto ha avviato fin dagli anni 90 la lunga marcia delle privatizzazioni, all'inizio mascherate dalla sussidiarietà, che hanno peggiorato sia il servizio reso che la qualità e le condizioni di lavoro degli addetti, in un rapporto sostanzialmente spartitorio con le organizzazioni cattoliche.

In particolare vanno sottolineate le politiche di esternalizzazione e sostanzialmente di precarizzazione del lavoro nei settore dell’assistenza (servizi per anziani, supporto all’handicap, educativa territoriale, comunità alloggio per adolescenti e senza tetto); nel settore culturale sono state fatte scelte sciagurate sui musei amministrati dalla città, che, ha portato centinaia di persone a rimanere senza stipendio dal gennaio 2012. Il collateralismo della direzione CGIL ha giocato un ruolo determinante nel supportare queste scelte della giunta comunale.



L’amministrazione comunale ha ripetutamente preteso un taglio del salario delle lavoratrici e dei lavoratori, imponendo infine un “accordo”, respinto dalle RSU, ma firmato dai sindacati territoriali, sulla “riduzione del costo variabile del lavoro” per un ammontare complessivo di 8.580.000 euro (circa il 5% in meno nelle tasche dei dipendenti comunali).



Parallelamente le forze del centrosinistra hanno sostenuto la Fiat nel suo attacco al lavoro e ai suoi diritti, non lavorando mai realmente per una seria e vera diversificazione produttiva, accampando l'illusione che una città di quasi un milione di abitanti, potesse accettare la riduzione del settore industriale e potesse vivere di turismo e di una bolla immobiliare foraggiata solo per averne in cambio miseri diritti edificatori.



Infine il Comune, attraverso le sue scelte che vanno dalle Olimpiadi, al sostegno alle altre grandi opere distruttive ed inutili, alla cementificazione del territorio operato insieme alla provincia, all’utilizzo dei derivati, è riuscito a creare un debito enorme, il più grande d’Italia, che pesa come un macigno sulle spalle delle cittadine e dei cittadini e che oggi viene utilizzato per giustificare i tagli e la riduzione del Welfare.



E’ sulla base di questa politiche e di questa amministrazione della città che la borghesia ha sempre preferito ai partiti della destra, le forze del centro sinistra, loro alleate, che meglio di chiunque altro potevano garantire un maggiore consenso tra i cittadini e una relativa pace sociale, evitando forme di conflitto acuto e tanto più una ripresa della lotta di classe da parte dei lavoratori. Come ormai appare chiaro a tutto a praticare la lotta di classe, contro i lavoratori, sono i padroni, a partire da Marchionne.



Sinistra Critica ha cercato di costruire in questi anni sul piano sociale e politico un opposizione di sinistra a questo schieramento filopadronale e alle sue politiche, cercando di costruire il massimo di solidarietà attorno alle lotte delle lavoratrici e dei lavoratori.

Ci siamo opposti alle scelte del comune perché non fanno gli interessi dei cittadini e non tutelano i diritti universali. Abbiamo sostenuto ed affiancato tutte le forme di resistenza alle politiche liberiste, combattendo in primo luogo i processi di privatizzazione. Tra queste ricordiamo la recente lotta per mantenere pubblici gli asili nido, quella dei “non dormienti”.

Più che mai è necessario costruire una alternativa politica e sociale anche nella nostra città. Una alternativa di sinistra che abbia come punti fermi, la difesa dei lavoratori e dei loro diritti, la difesa di un welfare universale, la difesa del territorio e dell’ambiente contro il consumo del suolo e il potere invasivo e distruttivo della rendita fondiaria, la lotta contro le privatizzazioni che si estendono a sempre più ad ampi settori economici e sociali.

Per questo oggi vogliamo partecipare e costruire insieme a tante altre forze un movimento per un audit sul debito cittadino, cioè un movimento che chieda di verificare da dove arriva il mostruoso debito che opprime la città, attraverso quali scelte e quali cause si sia prodotto, quanto quella parte del debito sia legittimo e quanto invece sia del tutto illegittimo, determinato da scelte inique o direttamente da operazioni speculative legate agli interessi di qualche potentato economico che ne ha tratto vantaggio.

Una operazione di trasparenza e pulizia, per respingere il ricatto del debito e per progettare una nuova politica al servizio delle cittadine e dei cittadini.



Sinistra Critica Torino

Nessun commento: